È cambiato il vento (#11)


Pensavamo di avere più tempo, ma adesso che lo stiamo vivendo sulla nostra pelle il cambiamento climatico fa paura.

Questa settimana ho imparato due cose; una buona, una meno. Ho finalmente capito a cosa serve il mio Apple Watch Pro; è perfetto e comodo per misurare la temperatura del mare! E credo di aver anche capito che forse, forse, è davvero troppo tardi. Tardi per non subire gli effetti reali e concreti del cambiamento climatico.

Per anni ne abbiamo sentito parlare e per tanto tempo ci siamo illusi del fatto che nel corso della nostra vita non ne avremo subito le conseguenze; ci sbagliavamo.

Il mare caldo

Da quando sono nato fino all’adolescenza i tre mesi estivi li ho sempre passati a Terracina, al mare, e ricordo bene il momento più bello di tutta la giornata; il primo bagno la mattina, con l’acqua fresca che finiva di svegliarmi e i brividi lungo tutto il corpo.

L’ultima settimana, la più calda dell’anno (per ora), l’ho passata a Castellaneta Marina per festeggiare il compleanno di mia moglie e di figlia#2; tutto meraviglioso se non fosse che qualcosa mi ha colpito fin dal primo giorno … il mare era davvero caldo. Per tutta la settimana non siamo mai scesi sotto i 31°; praticamente come essere in sauna, dalla mattina fino alla sera. Con corollario di meduse praticamente dovunque.

Mi rendo ben conto che siamo stati dei privilegiati; noi avevamo 42°, ma con il mare un minimo di refrigerio lo potevamo trovare. Chi ha passato questa settimana a Roma, la citta “infernale”, ha vissuto una situazione davvero assurda con l’asfalto che si scioglieva sotto i piedi. Verso fine settimana anche a Milano non se la sono passata benissimo con il buio a mezzogiorno, le grandinate e addirittura un tornado; ma in fondo sono fenomeni estremi, no?

Normalità estrema

In sintesi cosa succede e succederà sempre più spesso lo ha spiegato benissimo Antonello Pasini, ricercatore e fisico del clima al CNR: “nel Mediterraneo, è cambiata la circolazione dell’aria. Per decenni le nostre estati sono state protette sono dalle perturbazioni dall’anticiclone delle Azzorre: creava una sorta di cuscinetto di aria stabile che mitigava l’aria fredda del Nord Europa e il caldo africano. Il riscaldamento globale ha provocato l’espansione verso il Nord Europa della circolazione d’aria calda. Ora gli anticicloni che stazionavano stabili sul deserto del Sahara, entrano nel Mediterraneo e in Italia. Il mare e il suolo si scaldano tanto e quando il caldo si ritira (…) si crea un contrasto termico molto forte e arrivano temporali molto intensi o tornado.”

Ma non è chiaramente un fenomeno solo italiano o europeo; ad Aprile di quest’anno, ma in pochi ne hanno parlato, c’è stata una intensa quanto inattesa ondata di calore che ha colpito Bangladesh, India, Thailandia e Lao PDR; un recente studio ha confermato che si tratta di un effetto diretto del riscaldamento causato dall’uomo.

A Dhaka, in Bangladesh, la temperatura ha raggiunto i 40,6°C il 15 aprile, il valore più alto registrato in decenni. Nello stesso periodo, diverse città del nord e dell’est dell’India hanno registrato temperature massime superiori a 44°C, mentre la Thailandia ha raggiunto la sua temperatura più alta di sempre, 45,4°C.

Gli effetti? Un aumento notevole dei casi di colpo di calore, lo scioglimento delle strade, un notevole aumento della domanda di elettricità e la crescita esponenziale dei migranti e di rifugiati climatici.

E poi 30.000 sfollati dall’isola di Rodi per gli incendi, l’ondata di calore in Cina sopra i 50° (e il facekini) e la grandine a Reggio Emilia. Tutte notizie delle ultime 24 ore.

Non parliamo più di fenomeni estremi, ma della nuova normalità.

Per qualche grado in più

Mi capita spesso per lavoro di parlare di futuro; un futuro digitale, ricco di AI e di opportunità per gli uomini e per le imprese.
Ma non è l’unico futuro possibile, ne il più probabile.

Extrapolations” è una serie su Apple TV+ che ho visto e consiglio (anche se in US non l’hanno trovata così interessante pare…); esplora il futuro attraverso varie prospettive ed ogni episodio salta avanti di qualche anno per mostrare come le cose cambiano nel tempo all’aumento di pochi gradi di temperatura.

La cosa interessante è che questa serie non ha nulla di “fantascientifico”, ma anzi cerca, a volte riuscendoci, di dare un taglio quasi documentaristico alla crisi in atto spiegando nel dettaglio conseguenze dirette e non dirette di questi cambiamenti.

Senza fare spoiler, posso raccontare l’episodio che più mi ha impressionato; è “2066: Lola” in cui il protagonista si trova a confrontarsi con i suoi problemi di salute derivanti dal calore e con i crescenti costi della sua memoria visto che un mondo sempre più caldo impone costi elevati di elettricità per il mantenimento nei server dei ricordi che curiosamente assomigliano tremendamente alle spatial memories rese possibili da Vision Pro di Apple.

Ma allora ha ragione figlia#1, poco più che maggiorenne, quando mi ripete che ormai, altro che Greta, è tutto perduto? Questo mondo è andato (ed è colpa mia, ovvio, ma è tema per un’altra newsletter) e dobbiamo solo decidere se vogliamo trovarne un altro di pianeta o spegnere la luce e ciao!?

Dare forma al vento

A me il vento ha sempre affascinato; in montagna quando vedi una folata arrivare i fili d’erba sembrano fare la OLA. Sul Lago di Garda lo vedo arrivare da casa a Lazise come una mano invisibile che sposta la cresta delle onde.

Non lo so se siamo ancora in tempo per salvare il pianeta (e salvarci), ma è evidente che la dimensione della sfida è questa; dare forma al vento. Recuperare una normalità o trovarne una nuova che possa essere compatibile con la vita.

In un mondo sempre più consapevole dell’urgenza di affrontare il cambiamento climatico, molti si chiedono: “Cosa posso fare, come singolo individuo?”

Io, lo ammetto, non sono molto buono neanche con la differenziata, ma ho cercato un pò in giro e quello che è trovato è .. tanto semplice, quanto preoccupante.

Bisogna, semplicemente, ridurre…

  1. RIDURRE il consumo di carne e latticini

Lo so, sarà durissima; io adoro la carne ed i formaggi sono il mio dolce preferito, ma evitare i prodotti a base di carne e latticini è uno dei modi più efficaci per ridurre il tuo impatto ambientale sul pianeta. Scegliere prodotti freschi e stagionali coltivati localmente aiuta a ridurre le emissioni di carbonio derivanti dal trasporto, dalla conservazione e dalla refrigerazione prolungata. (Se hai dei dubbi sul tema chiedi a Marco ed inizia ad acquistare da Cortilia, ad esempio)

  1. RIDURRE i voli ed i viaggi non necessari

Se devi volare per lavoro, considera l’uso della videoconferenza. Per i viaggi all’interno dello stesso paese o continente, prendi il treno o esplora le opzioni con un’auto elettrica. Quando il volo è inevitabile, paga un po’ di più per compensare le emissioni di carbonio. Più in generale, quando possibile, invece di prendere l’auto, cammina o vai in bicicletta. Per i viaggi più lunghi, usa i mezzi pubblici, prova i sistemi di condivisione dell’auto o considera l’investimento in una bicicletta elettrica.

  1. RIDURRE le spese in energia e consumi (e l’impatto immobiliare)

In ambito domestico e al lavoro, piccoli cambiamenti possono rivelarsi cruciali per utilizzare meno energia, riducendo la tua impronta di carbonio e le tue bollette energetiche. Anche imparare a rispettare e proteggere gli spazi verdi, come parchi e giardini, è davvero importante. Questi luogi assorbono l’anidride carbonica e sono associati a livelli più bassi di inquinamento atmosferico. Vanno protetti, quelli che ci sono, e va stimolata la loro creazione.

  1. RIDURRE e azzerare gli investimenti che non puntano sulla sostenibilità

Come è ben raccontato in Extrapolation il profitto fine a se stesso è un gioco che non funziona; dobbiamo ridurre i nostri investimenti in società che inquinano o che non si impegnano attivamente nel ridurre il proprio impatto. Apple, sarà un caso, sono anni che è impegnata, dagli imballaggi in giù, per ridurre il proprio impatto (vi ricordate il tema dei caricabatterie?). Se non sai da dove partire puoi dare un occhio alla campagna Make My Money Matter.

L’idea, un pò romantica, dietro tutto questo è che ogni piccolo passo conta.
Insieme, possiamo fare la differenza e creare un futuro più sostenibile per tutti. 🌍💚

Non lo so se questo è sufficente, ma sospetto che davvero valga la pena provare.

Sempre avanti, condannati all’ottimismo!

Giuseppe