La bellezza ai tempi dell'AI! (#59)


È indubbio. Negli ultimi anni, il concetto di bellezza si è evoluto notevolmente, influenzato soprattutto dai social media, ma anche dall’evoluzione della società nel suo insieme. Se un tempo la bellezza era associata a criteri tradizionali e statici, oggi è un concetto dinamico. Le piattaforme social hanno in questo senso avuto un impatto notevole; circa il 60% dei giovani si imbatte in contenuti che propongono ideali di bellezza irrealizzabili e il 50% vede messaggi che incoraggiano la perdita di peso. Di conseguenza, il 30% ammette che i social hanno un impatto negativo sull’immagine del proprio corpo e del proprio peso.

Insomma, i ragazzi e le ragazze sono esposti a standard di bellezza spesso irrealistici, che possono influire negativamente sulla propria autostima e sul benessere psicologico più generale.

E poi arriva l’AI…

Croce e delizia

La capacità di generare immagini, analizzare dati e riconoscere pattern che è tipica dell’AI ha implicazioni profonde anche su come la bellezza viene percepita e rappresentata nel mondo di oggi.

Potenzialmente, uno dei maggiori vantaggi dell’AI sarebbe in realtà quello di promuovere una rappresentazione inclusiva della bellezza. Tradizionalmente infatti, i media hanno presentato una visione limitata e omogenea della bellezza. Viceversa l’AI, se utilizzata correttamente, può contribuire a superare questi limiti, creando immagini che riflettono la diversità umana in tutte le sue forme.

Ma, appunto, la premessa è che venga utilizzata correttamente e questo non è per nulla scontato. Sarebbe necessario un utilizzo responsabile delle tecnologie AI, ma il punto è però che le immagini generate dall’AI spesso riflettono i bias presenti nei dataset utilizzati per addestrare i modelli. Questi bias possono perpetuare stereotipi e rappresentazioni distorte della bellezza. Ad esempio, i modelli AI possono sovra-rappresentare certi tipi di bellezza (come tratti caucasici o fisici idealizzati) a scapito di altre caratteristiche. E come testimonia l’esperienza del lancio di Gemini può essere molto più difficile gestire e mitigare i pregiudizi dell’AI rispetto a quelli di un umano…

Quindi, che fare?

Un prompt ci salverà!

È fondamentale prima di tutto essere consapevoli di questi bias e lavorare attivamente per mitigarli, utilizzando dataset più diversificati e tecniche di prompting il più possibile inclusive.

Di fatto, la qualità e l’inclusività delle immagini generate dipendono in gran parte dai prompt utilizzati. Prompt ben formulati possono aiutare a creare rappresentazioni più realistiche e diversificate della bellezza. Ad esempio, specificare dettagli come etnia, età, tipo di corpo, e caratteristiche uniche può aiutare a produrre immagini che riflettono meglio la varietà della bellezza umana. Alcuni suggerimenti per creare prompt efficaci includono:

  • Essere specifici: Utilizzare descrizioni dettagliate per evitare risultati generici o stereotipati.

  • Evitare termini interpretativi: Parole come “bella” o “attraente” possono essere interpretate in modi limitativi dall’AI. È meglio descrivere caratteristiche fisiche specifiche.

  • Includere diversità: Assicurarsi di rappresentare una gamma di etnie, età, tipi di corpo e altre caratteristiche per promuovere l’inclusività.

Insomma, l’educazione su come utilizzare l’AI per creare immagini inclusive è cruciale. Gli utenti devono infatti essere consapevoli delle potenzialità e delle limitazioni di queste tecnologie. L’uso etico dell’AI nella rappresentazione della bellezza è essenziale per evitare la perpetuazione di stereotipi dannosi. Le aziende e i content creator devono impegnarsi per promuovere standard etici elevati e questo include:

  • Trasparenza: Essere chiari su come vengono utilizzati gli strumenti AI e su quali dataset si basano.

  • Responsabilità: Adottare misure per correggere e mitigare i bias nei modelli AI.

  • Impegno per l’inclusività: Promuovere attivamente una visione della bellezza che sia inclusiva e rappresentativa della diversità umana.

La bellezza nel futuro

Oggi, e sempre di più in futuro, l’intelligenza artificiale giocherà un ruolo sempre più rilevante nella definizione dei canoni di bellezza. Dobbiamo allora attivamente impegnarci per far si che gli errori del passato e l’esperienza avuta con i social media possano essere di insegnamento. In particolare dobbiamo puntare ad una più profonda comprenione delle potenzialità ma anche dei limiti di questi strumenti. Ad esempio:

  • Rappresentazione Inclusiva: L’AI può aiutare a promuovere una rappresentazione più inclusiva della bellezza, superando i bias tradizionali. Questo richiede un utilizzo consapevole e responsabile delle tecnologie AI.

  • Bias Inerenti: Le immagini generate dall’AI spesso riflettono i bias presenti nei dataset utilizzati per addestrare i modelli. È fondamentale essere consapevoli di questi bias e lavorare per mitigarli.

  • Educazione e Consapevolezza: L’educazione su come utilizzare l’AI per creare immagini inclusive è cruciale. Gli utenti devono essere consapevoli delle potenzialità e delle limitazioni di queste tecnologie.

  • Etica e Responsabilità: L’uso etico dell’AI nella rappresentazione della bellezza è essenziale per evitare la perpetuazione di stereotipi dannosi. È importante che le aziende e i creatori di contenuti si impegnino a promuovere standard etici elevati.

Insomma, ancora una volta, quando parliamo di AI, dobbiamo ricordarci che a tenere le mani sul volante siamo noi, umani; la bellezza autentica non deve essere definita da algoritmi, ma dalle persone. Da ognuno di noi. Nell’era dell’AI, abbiamo l’opportunità di ridefinire cosa significhi essere belli, abbracciando la diversità e l’inclusività.

Questa deve essere la bussola che indirizza i nostri sforzi e che ci spinge a muoverci verso un futuro dove la bellezza sia una fonte di felicità e fiducia per tutti, non di ansia.

Dipende da noi!

Sempre avanti, condannati all’ottimismo!

Giuseppe