Fai della tua azienda una Jazz band! (#73)


Immagina di essere davanti ad un complesso jazz in pieno flusso da improvvisazione. Ogni musicista ha il suo strumento, le sue competenze uniche, la sua personalità musicale. Ma è solo quando tutti suonano insieme, improvvisando e adattandosi l’uno all’altro, con un chiaro standard e regole condivise, che si crea la vera magia; solo quello è jazz.

Ora, pensa alla tua azienda come a questo complesso jazz. Ogni dipendente è un musicista talentuoso, certo, con le sue competenze uniche e la capacità di improvvisare. Ma è solo lavorando insieme, con poche regole chiare e condivise, che qualcosa di magico avviene; qualcosa di unico, distintivo e di valore.

Ecco, per organizzare una azienda così, come un complesso Jazz, dobbiamo parlare di skill-based organization!

Cos’è e perché è importante

Pensa al mercato e al mondo del business di oggi. Volatilità, incertezza, complessità e ambiguità sono all’ordine del giorno. In questo contesto, un’organizzazione rigida sa “suonare” solo partiture predefinite e statiche, ma il mondo chiede costantemente nuove melodie e improvvisazioni.

Una skill-based organization (SBO) è un modello organizzativo che mette al centro le competenze delle persone, piuttosto che i ruoli tradizionali. È come passare da una orchestra dove ogni musicista ha un ruolo fisso e predeterminato dalla sua partitura, a un ensemble jazz dove ogni artista può esprimere la sua creatività su più strumenti, improvvisando e adattandosi al flusso della musica.

In pratica, invece di definire rigidamente i ruoli aziendali, un’organizzazione basata sulle competenze scompone il lavoro in compiti e attività basati sulle competenze richieste. Questo approccio valorizza l’expertise dei dipendenti, l’apprendimento continuo e l’adattabilità, superando le tradizionali strutture a silos.

Qualche giorno fa ho letto uno studio interessante nell’articolo “How AI Liberates the Transition to a Skill-Based Organisation” della European Business Review. Sai cosa dice? Che le aziende che adottano questo modello hanno il 52% di probabilità in più di innovare e il 57% di probabilità in più di anticipare e rispondere efficacemente ai cambiamenti. È come se queste organizzazioni pensate come degli ensemble jazz fossero in grado di creare nuovi generi musicali e adattarsi istantaneamente ai cambi di gusto del pubblico.

E non è finita qui: chi segue questi modelli di gestione interna ha una probabilità del 98% di trattenere i migliori talenti. Come un gruppo jazz che riesce a mantenere i suoi migliori solisti, affascinati dalla libertà creativa e dalle continue sfide musicali.

Un altro report, quello di Deloitte “Becoming an AI-enabled, skills-based organization” ci dice che le organizzazioni basate sulle competenze hanno il 79% di probabilità in più di fornire un’esperienza positiva alla forza lavoro e il 63% di probabilità in più di raggiungere i propri risultati di business. È come se questi ensemble jazz non solo creassero musica straordinaria, ma anche un ambiente in cui ogni musicista si sente valorizzato e realizzato.

Tutto bello, tutto utile, ma non ci dimentichiamo il protagonista delle nostre conversazioni in questo periodo.. l’AI! Che ruolo può avere l’AI, in particolare la generativa, in questo cambio organizzativo?

Il metronomo smart dell’azienda

L’AI non è solo un catalizzatore del cambiamento, ma può e deve essere anche un potente alleato nella transizione verso una SBO. Lascia che ti spieghi come:

  1. Mappatura delle competenze: L’AI, lo sappiamo, può analizzare grandi quantità di dati in formati e modelli diversi (email, presentazioni, etc) per creare una mappa dettagliata delle competenze presenti in azienda. È come se questo metronomo intelligente avesse una visione completa e in tempo reale di tutte le capacità musicali presenti nel complesso jazz.

  2. Previsione dei fabbisogni futuri: Grazie al machine learning, l’AI può prevedere quali competenze saranno necessarie in futuro, permettendoti di pianificare in anticipo. In questo senso è un pò come se il metronomo potesse anticipare i futuri trend musicali e suggerire ai jazzisti quali nuove tecniche imparare.

  3. Matching personalizzato: L’AI può abbinare le competenze dei dipendenti ai progetti e alle opportunità più adatte, creando team ottimali e percorsi di carriera personalizzati. Possiamo organizzare quindi la nostra band con una line-up che cambia a seconda dei bisogni e delle necessità di improvvisazione.

  4. Formazione mirata: Basandosi sui gap di competenze identificati, l’AI può suggerire percorsi di formazione personalizzati per ogni dipendente. E qui è come se ogni jazzista ricevesse lezioni personalizzate per migliorare esattamente le abilità di cui ha bisogno per brillare nelle prossime jam session.

  5. Analisi continua: L’AI può monitorare costantemente l’evoluzione delle competenze nell’organizzazione, permettendo aggiustamenti in tempo reale e generando alert quando la pipeline dei progetti o i need dei tuoi clienti si stanno evolvendo in modo inatteso. È come se il metronomo intelligente potesse costantemente affinare il suono del complesso, suggerendo nuovi accordi o cambi di ritmo in base alla reazione del pubblico.

Diverse aziende stanno già sviluppando soluzioni AI per sbloccare il potere della skill-based organization, definendo competenze, inferendo capacità in tutta la forza lavoro e prevedendo/raccomandando esigenze di formazione. Per restare ancora nella nostra metafora, stanno creando strumenti musicali intelligenti che non solo suonano, ma aiutano anche i musicisti a migliorare e a scoprire nuove possibilità creative.

Significa passare da un approccio tradizionale, dove i processi di talento sono progettati e condotti in silos, a un approccio “audace”, dove i percorsi sono profondamente interconnessi, con le competenze come punto chiave che informa le decisioni.

Ok, ma da dove partire?

5 punti chiave per implementare una SBO con l’AI

Se stai pensando di intraprendere questo viaggio jazz verso il futuro della tua organizzazione, ecco 5 punti che ti consiglio di tenere a mente:

  1. Parti dalla visione: Come sottolinea il report di Deloitte, è fondamentale avere una filosofia del talento condivisa in tutta l’organizzazione riguardo al valore e alla prioritizzazione delle competenze. Questo è qualcosa che parla della vostra cultura, della vostra visione unica sul ruolo del talento nell’organizzazione. Avere questo “monifesto” ed averlo chiaramente condiviso è un prerequisito fondamentale.

  2. Crea un linguaggio comune: Sviluppa un framework e un linguaggio comune per le competenze in tutta l’organizzazione. Questo sarà il tuo “vocabolario jazz”, comprensibile a tutti i membri del complesso. Come gli standard nel Jazz rappresentano il punto di appoggio di qualsiasi improvvisazione, questo linguaggio comune permette ai membri della tua azienda di capire, in ogni momento, a che punto sono del processo e cosa è richiesto.

  3. Investi nella tecnologia giusta: La tecnologia non è ma la priorità. Meglio investire meno, ma scegliere piattaforme e sistemi, anche di AI, che possano integrarsi con i tuoi sistemi esistenti e scalare con la tua organizzazione. E’ nella formazione che bisogna investire, più che nell’ultima scintillante app. Da cui il punto seguente.

  4. Forma i manager: I manager avranno un ruolo chiave in questo nuovo modello. Assicurati che siano preparati a gestire team basati sulle competenze piuttosto che su ruoli rigidi. Potrebbe essere difficile all’inizio per il timore di perdere il controllo e la difficoltà di accettare modelli non gerarchici. Non lasciare che questo rallenti l’adozione del modello; lavora sulla cultura e sulle competenze.

  5. Inizia in piccolo, ma pensa in grande: Parti con un progetto pilota in un’area specifica dell’azienda, impara da questa esperienza e poi espandi gradualmente magari condividendo i motivi di successo e gli step-back necessari.

In questo passaggio verso una skill-based organization l’AI è il catalizzatore che può rendere questa transizione non solo possibile, ma anche fluida ed efficace. Ci permette di vedere le competenze nascoste, eliminare bias, prevedere i bisogni futuri e creare organizzazioni veramente adattive, proprio come un complesso jazz che si evolve continuamente grazie all’interazione tra i suoi membri.

Certo, come ogni grande cambiamento, richiede impegno, visione e una buona dose di coraggio. Ma le potenziali ricompense sono enormi: organizzazioni più agili, dipendenti più coinvolti e soddisfatti, e un vantaggio competitivo duraturo in un mondo che non smette di essere in rapida evoluzione.

Sempre avanti, condannati all’ottimismo!

Giuseppe