Benvenuti nell'era dell'abbondanza (forse) (#75)


Ti ricordi quando eravamo tutti preoccupati per l’inflazione? Beh, preparati a un colpo di scena economico che nemmeno il tuo consulente finanziario preferito avrebbe potuto prevedere. L’AI sta per mandare in tilt la nostra economia in un modo del tutto inaspettato. Credo …

Il nuovo alchimista dell’economia

Qualche giorno ha ho letto un articolo interessante sul Wall Street Journal che citava Vinod Khosla, un pioniere della Silicon Valley (cioè uno che ha investito in OpenAI nel 2018… per dire).

Secondo lui circa l’80% delle attività che compongono l’80% dei lavori in tutta l’economia potrebbe essere automatizzato nei prossimi mesi/anni. Fai un rapido calcolo e… boom! Il 64% di tutti i lavori potrebbe essere svolto dall’AI. È come se l’economia globale stesse per subire una trasformazione radicale! E al centro di questa trasformazione ci fosse un nuovo modo di concepire il lavoro stesso nelle sue forme e nei suoi attributi.

Ma aspetta, c’è di più. L’articolo suggerisce che la maggior parte delle competenze nel mondo, che si tratti di ingegneri, medici, terapeuti o insegnanti, potrebbe diventare quasi gratuita per tutti noi. È come se stessimo per ricevere tutti un dottorato onorario in… beh, praticamente tutto!

Ma cosa potrebbe voler dire in concreto questo per il “nostro” lavoro, l’economia ed il futuro della società nel suo insieme?

L’abbondanza è dietro l’angolo

Sappiamo ormai tutti che il primo effetto di una adozione di massa delle tecnologie AI e soprattutto di generative AI sarà un generalizzato aumento di produttività e da questo consegue che l’AI sarà molto deflazionistica, ovvero le aziende potrebbero produrre più beni e servizi con meno risorse, portando potenzialmente a una riduzione dei costi di produzione. Quando i costi diminuiscono, le aziende possono abbassare i prezzi per rimanere competitive, contribuendo così, appunto, alla deflazione.

Ma un altro aspetto importante è l’impatto dell’AI sul mercato del lavoro. Con l’automazione di molte mansioni, potrebbe esserci una minore domanda di lavoro umano in certi settori (e parliamo di lavoro intellettuale, non manuale). Questo potrebbe esercitare una pressione al ribasso sui salari, che sono spesso una componente significativa dei costi aziendali. Salari più bassi potrebbero tradursi in prezzi più bassi per i consumatori, alimentando ulteriormente la tendenza deflazionistica.

Inoltre le tecnologie legate all’AI offrono anche la possibilità di ottimizzare in modo significativo le catene di approvvigionamento e la logistica. Attraverso analisi avanzate e previsioni più accurate, le aziende possono gestire meglio le scorte, ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza della distribuzione. Questi miglioramenti possono portare a una riduzione dei costi operativi, che a sua volta può tradursi in prezzi più bassi.

Fantastico vero? Tutto questo però SOLO SE scegliamo di lasciare che accada. La tecnologia rende possibile una serie di cose, ma la politica spesso determina se queste cose accadranno o meno.

In altre parole, potremmo essere sul punto di entrare in un’era di abbondanza senza precedenti, ma solo se non ci spaventiamo e non cerchiamo di fermare il progresso. Ok, ma quindi quali sono i rischi?

Il lato oscuro della deflazione
(ovvero perché gli economisti hanno gli incubi)

Credo che i prossimi 10 anni saranno probabilmente un periodo di transizione in cui le strutture politiche e sociali del mondo non sembreranno così diverse. L’AI sarà vista, lo è già oggi, come un impulso per l’efficienza e la produttività e basta.

Ma dopo questo periodo, man mano che le fasi intermedie dell’automazione guidata dall’AI avranno un impatto su oltre il 25% dei lavori di oggi, le conseguenze sui lavoratori saranno davvero significative e a quel punto sarà responsabilità dei governi fornire servizi sociali molto più ampi e profondi.

Ma ecco la parte interessante: ci potrebbe essere abbastanza abbondanza economica per sostenerlo. Come riporta l’articolo che citavo sopra, in un periodo che va tra i 25 o 50 anni, la crescita del PIL grazie a tecnologie legate all’AI ha il potenziale per salire oltre il 5% su base annua. Per metterlo in prospettiva, durante il secondo trimestre di quest’anno l’economia è cresciuta a un tasso annualizzato del 2,8%. In sintesi: è come se l’economia globale stesse per ingranare una marcia superiore.

Pensaci: se i servizi medici diventassero molto più economici, se i servizi educativi fossero quasi gratuiti, se l’assistenza agli anziani diventasse sostanzialmente più economica, la rete di sicurezza sociale diventerebbe molto più facile da costruire. È come se l’AI stesse per diventare il nuovo New Deal, ma invece di creare lavori pubblici, sta creando… beh, tutto.

In questo futuro, la tua principale preoccupazione potrebbe passare dal guadagnarti da vivere a trovare un significato. L’AI e i robot si occuperebbero del lavoro manuale, lasciandoti più libero di esplorare con il supporto di una rete di sicurezza sociale completa.

Quindi, cosa significa tutto questo per te? Beh, potresti essere sul punto di entrare in un’era di abbondanza senza precedenti, dove l’expertise è gratuita, i servizi essenziali sono economici e hai più tempo per… beh, trovare il senso della tua vita. Utopistico?

Beh, non dimentichiamoci che questa transizione potrebbe essere turbolenta e che stiamo parlando di almeno 20 anni da oggi… bisogna arrivarci! Ci saranno sicuramente sfide da affrontare, lavori che scompariranno e nuove competenze da acquisire.

Come possiamo prepararci a questo futuro deflazionistico guidato dall’AI? Ecco 5 cose che potresti fare, oggi, per prepararti a costruire un futuro di abbondanza:

  1. Investi nell’apprendimento continuo: l’AI potrebbe rendere l’expertise gratuita, ma devi imparare a usarla efficacemente.

  2. Sii flessibile: i lavori cambieranno, quindi devi essere pronto ad adattarti.

  3. Esplora nuovi modelli economici: potresti dover ripensare concetti come il “lavoro” e il “reddito”.

  4. Partecipa al dibattito pubblico: le politiche saranno cruciali per determinare come gestiamo questa transizione.

  5. Coltiva le tue capacità unicamente umane: creatività, empatia, pensiero critico – queste saranno sempre preziose.

Insomma, il futuro non è scritto e sta a noi plasmare questa nuova era di abbondanza potenziale.

Sempre avanti, condannati all’ottimismo!

Giuseppe