Lo so, è un tema di cui abbiamo già parlato, qui e qui; ma, sai cosa? Mi interessa, molto! E per diverse ragioni. Prima di tutto perchè ho la fortuna di lavorare con persone molto più giovani di me e più incontro giovani uomini più mi rendo conto che, anche se si tratta di un argomento complesso e delicato, è fondamentale affrontarlo apertamente, metterci la faccia e provare a capire.
E poi mi interessa perchè penso che capire le origini di questa crisi non dico possa darci una ricetta per uscirne, ma almeno qualche indicazione per provare a cambiare direzione.
Partiamo?
Basta aprire i giornali…
Dalle notizie sui telegiornali e sui quotidiani il problema sembra evidente e per certi versi allarmante. Stiamo crescendo una generazione di uomini che rischiano di diventare sempre più psicotici e instabili. Le statistiche sono davvero preoccupanti. Gli uomini rappresentano:
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il 75% dei casi di dipendenza, di qualsiasi tipo;
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l’80% dei casi di suicidio;
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il 92,3% della popolazione carceraria;
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il 70% dei casi di overdose da oppioidi.
Se qualsiasi altro gruppo sociale o etnico mostrasse tassi di suicidio quattro volte superiori al gruppo di controllo, ne parleremmo in termini completamente diversi. Discuteremmo della necessità di programmi sociali, di interventi mirati etc.
Ma quando si tratta di giovani uomini è come se ci trovassimo sempre di fronte ad una mancanza di empatia. Sentiamo parlare di “responsabilità” o di “essere più in contatto con le proprie emozioni“. Questo modo di fare invece di risolvere il problema sembra acuirlo. Ma come siamo arrivati a questo punto?
Le radici profonde
Sono un secchione, ormai lo sai, e quindi ho studiato. Ci sono diversi fattori in gioco, e sono nella maggior parte dei casi più complessi di quanto possiamo immaginare:
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Biologia: Il cervello maschile matura più tardi. Lo so, lo diciamo sempre come battuta, ma è tecnicamente vero. La corteccia prefrontale, responsabile delle funzioni esecutive, si sviluppa più lentamente negli uomini. Questo ci rende letteralmente meno maturi in certe fasi della vita.
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Sistema educativo: Le scuole premiano comportamenti tipicamente femminili: essere organizzati, compiacenti, stare fermi. Il 92% degli insegnanti di asilo sono donne, e questa proporzione rimane alta fino alle scuole superiori.
Vuoi ridere? C’è più probabilità di trovare una pilota di caccia donna che un insegnante di asilo uomo. E parliamo di diversity! -
Mancanza di sbocchi pratici: Abbiamo eliminato dai percorsi di formazione le officine, le falegnameria, la meccanica. I ragazzi meno portati per lo studio accademico hanno sempre meno opportunità di sviluppare competenze pratiche che potrebbero portare a carriere gratificanti e questo fa crescere un senso di inadeguatezza.
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Mercato del lavoro: Questo è un problema sistemico, ma che impatta anche questa conversazione. Ci sono meno lavori manuali ben pagati che in passato. In Italia oggi i genitori si sono convinti di aver fallito se i loro figli non finiscono all’università. Questo crea una pressione enorme sui giovani uomini.
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Dinamiche di dating: Le app di incontri hanno un rapporto di 2-3 uomini per ogni donna. Su 50 uomini e 50 donne su Tinder, 46 donne mostrano interesse solo per 4 uomini. Questo crea una situazione in cui la maggior parte degli uomini riceve pochissima attenzione, minando la propria autostima con conseguenze evidenti.
Già mettere in fila questi punti sarebbe sufficiente per far partire un allarme in prima pagina domani mattina, ma non è tutto.
Il ruolo della tecnologia
Le aziende tech, quelle che tutti invidiamo e le più redditizie al mondo, hanno due cose in comune:
1. sfruttano la mancanza di regolamentazione nei settori in cui operano (hello OpenAI che “ruba” l’intera conoscenza umana);
2. fanno leva sui bias umani, come il FOMO (Fear Of Missing Out), ed in particolare su quelli maschili. Ad esempio, gli uomini sono più propensi al rischio, e questo li rende più vulnerabili al gioco d’azzardo online, ora facilmente accessibile tramite smartphone.
Ecco che sempre di più i giovani uomini stanno sistematicamente sostituendo relazioni reali con surrogati digitali: Reddit e Discord al posto dell’amicizia, Coinbase al posto di un vero lavoro, pornografia al posto di relazioni romantiche.
Questi sostituti a basso costo della vita reale possono sembrare allettanti, ma a lungo termine portano solo a depressione e isolamento.
Ottenere un lavoro, vestirsi bene, imparare a leggere il linguaggio del corpo, far ridere un potenziale partner, essere persistenti, sopportare il rifiuto: queste sono abilità fondamentali che richiedono pratica nel mondo reale.
Oggi questo allenamento costante è visto come un inutile esercizio di stile. Non va bene!
La mascolinità
Chiariamo un punto fondamentale. La mascolinità è una costruzione sociale, e molte donne dimostrano qualità “maschili” meravigliose. Non è dominio esclusivo degli uomini biologici. Tuttavia, ci sono alcuni tratti che forse possiamo considerare tipicamente maschili e che dovremmo imparare a valorizzare:
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Guardiano: L’istinto di proteggere gli altri, di correre verso il pericolo per aiutare chi è in difficoltà;
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Procacciatore: La capacità di provvedere economicamente per sé stessi e per la propria famiglia;
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Generatore: Non solo in senso biologico, ma come creatore di valore nella società.
La vera espressione della mascolinità dovrebbe essere: “Ho la mia vita in ordine, posso prendermi cura di me stesso, della mia famiglia, dei miei figli, delle persone con cui lavoro. Pago le tasse e contribuisco alla società.” E forse se traduco questo nella mia vita potrei dire che la massima espressione di mascolinità per me si potrebbe tradurre nell’idea di essere coinvolto nella vita di una persona che non è mio figlio/a e offrirgli mentorship e guida.
Tanto lavoro da fare … lo so!
Insomma, la crisi della mascolinità non è solo un problema degli uomini, ma di tutta la società. Donne, madri, partner: tutti vogliono uomini emotivamente e economicamente stabili. È nell’interesse di tutti affrontare questa sfida.
Non si tratta di demonizzare la femminilità o di tornare a modelli patriarcali superati. Si tratta di trovare un nuovo equilibrio, in cui la mascolinità possa esprimersi in modo sano e costruttivo.
Con empatia, comprensione e soprattutto azioni concrete, possiamo aiutare i giovani uomini a ritrovare il loro posto nel mondo, a beneficio di tutti.
Sempre avanti, condannati all’ottimismo!
Giuseppe