Le 3 dimensioni dell'AI nel Marketing (#41)


Da quasi 10 anni lavoro e studio per capire come l’AI possa far evolvere la nostra idea di marketing; con l’occasione dell’AI Festival proviamo a capire meglio a che punto siamo.

La settimana trascorsa ho avuto l’opportunità di partecipare alla prima edizione dell’AI Festival; un appuntamento di due giorni, organizzato dagli amici di SearchON con Cosmano Lombardo, Alessio Pomaro e Giorgio Taverniti a fare da padroni di casa. È stata l’occasione di rivedere qualche amico e di conoscere tante persone genuinamente appassionate del tema AI in tutte le sue forme.

Come è andata?

Un viaggio da fare insieme

Credo sinceramente che l’errore più grande che si possa fare in questo momento storico sia affrontare questa rivoluzione da soli; gli strumenti a disposizione sono davvero potenti ed è molto facile cadere nell’illusione che basti un buon prompt per “sostituire” il lavoro delle persone nel marketing.

Non è così, non solo; con l’approccio sbagliato si rischia di produrre idee, contenuti e campagne magari rapidamente, ma con una qualità enormemente più bassa e rischi, reputazionali e non solo, molto alti.

Ecco perché anche nell’AI Festival ho chiesto a due amici, Massimo Bullo di Vodafone e Giuseppe Stigliano di Spring Studios, di essere con me per condividere il loro punto di vista ed arricchire la conversazione riguardo l’adozione dell’AI nel marketing.

Una volta sceso dal palco un vecchio amico mi ha fatto notare che nel 2018 avevo partecipato ad un altro evento, l’FMX del buon Niccolò di Vito e che in quell’occasione avevo parlato di 3 modi di intendere l’AI nel marketing.

Sono già passati 6 anni … WOW! Confesso che mi son dovuto andare a rivedere il video per ricordarmi di cosa avevo parlato 😇, ma mi sembra uno spunto interessante da approfondire visto l’hype del momento; rispetto a quello che avevo raccontato nel 2018 sull’evoluzione dell’AI nel marketing … a che punto siamo?

Marketing con l’AI

Questa è forse la dimensione più “facile” ed è già realtà in molti contesti; il marketing con l’intelligenza artificiale rappresenta infatti l’uso di tecnologie avanzate per ottimizzare e personalizzare le strategie di marketing. Si tratta approccio che ormai esiste da più di 15 anni (pensa al programmatic) e che consente di raggiungere il pubblico giusto, al momento giusto, con il messaggio più pertinente, aumentando così l’efficienza delle iniziative di marketing e riducendo gli sprechi di risorse.

Cosa è cambiato negli ultimi anni? Beh con l’arrivo dell’AI generativa, capace di produrre contenuti originali come testi, immagini, video e persino musica, è possibile arrivare ad una personalizzazione senza precedenti nelle campagne di marketing, dove i contenuti possono essere creati o adattati in tempo reale per rispecchiare le preferenze e i comportamenti degli utenti.

L’implicazione principale è una drastica riduzione dei costi e dei tempi di produzione dei contenuti, oltre alla possibilità di testare in modo agile diverse strategie per ottimizzare l’engagement del pubblico.

Tuttavia, sorge anche la necessità di monitorare attentamente la qualità e la pertinenza dei contenuti generati, per mantenere un elevato standard di comunicazione.

In sintesi credo si possa dire che questa dimensione rappresenta l’oggi e che nei prossimi anni vedremo sempre più strumenti, prodotti e processi capaci di rendere più efficace ed efficiente questo modo di fare marketing.

Marketing dell’AI

Qui le cose si complicano un pò; il marketing dell’intelligenza artificiale si concentra sulla promozione di prodotti o servizi basati su tecnologie di AI. L’obiettivo è quindi non tanto far leva sulla tecnologia, quanto educare il mercato sul valore aggiunto dell’AI, dimostrando come può risolvere problemi specifici, migliorare i processi o offrire esperienze utente innovative.

Dopo aver rivisto il video dell’FMX18 ricordo che 6 anni fa il focus principale era sugli assistenti vocali; Alexa & Co erano stati appena lanciati e sembravano promettere una rivoluzione nel modo di accedere alle informazioni, acquistare etc.

Direi che di strada da fare ce n’è ancora molta.

Chiaramente l’impatto dell’AI generativa è stato fortissimo; ChatGPT ha permesso a milioni di persone nel mondo di “toccare con mano” l’AI e le sue potenzialità. Credo che nessuno, neanche in OpenAI, si aspettasse un risultato simile (tant’è che al lancio il servizio veniva presentato non come un prodotto commerciale, ma come un progetto di ricerca).

Facile quindi prevedere come questa dimensione sarà il focus principale nei prossimi anni; parleremo con il nostro computer molto presto e sarà l’inizio di qualcosa di completamente diverso.

Marketing per l’AI

L’ultima dimensione è quella più lontana nel tempo, ma per certi versi più stimolante e nasce da una considerazione in fondo semplice. Se è vero che nei prossimi anni ognuno di noi avrà la possibilità di avere un proprio assistente personale basato sull’AI come si dovrà evolvere il ruolo ed il lavoro di chi fa marketing?

Con l’aumento dell’uso di assistenti virtuali e piattaforme automatizzate per le decisioni di acquisto, le aziende dovranno infatti capire come ottimizzare i propri contenuti e le offerte per essere favoriti da questi sistemi di AI. Questo include l’adattamento ai criteri di valutazione degli algoritmi, garantendo che i prodotti o servizi siano facilmente scopribili e raccomandati dagli AI, e allo stesso tempo mantenendo un’etica trasparente e responsabile nell’interazione con queste tecnologie.

In futuro quindi dovremo sviluppare metadati più ricchi, strategie di SEO avanzate e contenuti facilmente interpretabili dalle AI. L’implicazione più significativa è che il marketing diventa una conversazione bidirezionale non solo con il consumatore, ma anche con le macchine che influenzano sempre più le decisioni di consumo.

… adesso però mi salvo questo articolo per vedere se tra sei anni sarà invecchiato bene come il video del 2018!

Sempre avanti, condannati all’ottimismo!

Giuseppe