Leadership in periodi di crisi? La trasparenza è l'unica strada (#84)


Se c’è una cosa che ho imparato in anni di lavoro è che le lezioni più preziose arrivano sempre nei momenti più difficili. Quelli in cui davvero le cose sembrano impossibili, i casini si accumulano uno dietro l’altro e magari vorresti nasconderti sotto la scrivania, spegnere il telefono e far finta che il mondo là fuori non esista.

In questi ultimi 4 anni post-pandemia di questi periodi ne abbiamo tutti vissuti un bel pò; momenti in cui “crisi” sembra essere la nuova normalità tra guerra, incertezza, cambi di mercato che sembrano incomprensibili. Come si può governare non dico un’azienda, ma anche semplicemente il proprio lavoro in modo sano e con un chiara direzione?

Esperienze diverse, lezioni comuni

Qualche settimana fa, durante una cena con alcuni colleghi e CEO di importanti aziende italiane, è emersa una discussione davvero stimolante. Tra un bicchiere di vino (diversi in realtà) e qualche aneddoto di lavoro, abbiamo iniziato a condividere quelle preziose lezioni che solo l’esperienza diretta può insegnare e che difficilmente si trovano nei libri di management.

È stato illuminante vedere come, nonostante venissimo da settori diversi e avessimo esperienze diverse, ci fossero dei pattern comuni, delle verità universali che avevamo tutti sperimentato, ma di cui raramente parliamo apertamente. Ho provato allora a mettere insieme le 5 lezioni più significative, quelle che davvero possono fare la differenza tra gestire una crisi e farsi travolgere da essa.

Partiamo!

Verità #1 – L’autenticità batte la perfezione

Essere un leader “perfetto” è controproducente; il tuo team non ha bisogno di un supereroe, ma di un essere umano autentico.

L’ho compreso in modo potente qualche mese fa, durante una crisi aziendale che ci ha costretti a prendere decisioni difficili, inclusa la separazione da alcuni colleghi. In quel momento di grande incertezza, ho scelto di essere completamente trasparente con il team, ammettendo apertamente di non avere tutte le risposte, anzi… Quello che è successo dopo ha completamente trasformato la mia visione della leadership: invece di perdere fiducia, il team si è unito ancora di più, portando a contributi e soluzioni creative che non avrei mai immaginato.

La vulnerabilità non è un segno di debolezza, ma di forza. Quando un leader ammette di non avere tutte le risposte, crea uno spazio di sicurezza psicologica dove il team si sente libero di contribuire; l’autenticità costruisce fiducia e lealtà più di qualsiasi dimostrazione di infallibilità.

Verità #2 – Devi decidere, anche senza dati perfetti

Aspettiamo di avere tutti i dati“. Quante volte ho sentito questa frase? La realtà è che nel mondo di oggi, i dati perfetti non arriveranno mai. Ho imparato, ed i miei commensali me lo hanno confermato, che è meglio prendere una decisione all’80% con i dati che hai oggi, piuttosto che aspettare quel 20% che potrebbe arrivare troppo tardi. Bisogna, certo, essere chiari internamente sul processo decisionale e pronti ad aggiustare il tiro quando necessario.

La chiave insomma è sviluppare un approccio decisionale basato su:

  • Analisi rapida ma accurata dei dati disponibili

  • Valutazione dei rischi e delle conseguenze

  • Creazione di piani di contingenza

  • Disponibilità ad aggiustare la rotta

Meglio una decisione tempestiva e perfettibile che una tardiva e (solo teoricamente) perfetta.

Verità #3 – Il tuo team attuale potrebbe non essere quello giusto per domani

Questa è particolarmente dolorosa. Le persone che ci hanno aiutato ad arrivare dove siamo oggi potrebbero non essere quelle giuste per portarci dove dobbiamo/vogliamo andare. Anche questa lezione l’ho imparata durante una recente riorganizzazione in una delle startup nella quale ho investito: alcuni dei collaboratori più fidati si sono rivelati inadatti ai nuovi scenari disegnati dal management.

Riconoscerlo e agire di conseguenza è stata una delle decisioni più difficili ma necessarie che il team abbia mai preso. Questa verità richiede:

  • Onestà nella valutazione delle competenze necessarie per il futuro

  • Coraggio nel prendere decisioni difficili sul personale

  • Capacità di gestire i cambiamenti preservando la cultura aziendale

  • Attenzione nel bilanciare continuità e rinnovamento

Non si tratta di svalutare i contributi passati, ma di riconoscere che diverse fasi nella storia di una azienda richiedono diverse persone, competenze e mindset (senza scomodare Maicol Pirozzi).

Verità #4 – La comunicazione non è democratica

Durante una crisi o un momento di cambiamento significativo, l’idea che tutti debbano ricevere lo stesso messaggio allo stesso modo è non solo inefficace, ma potenzialmente dannosa. Bisogna invece saper modulare la comunicazione mantenendo intatta l’essenza del messaggio.

Il team operativo richiede direzione chiara e inequivocabile. Hanno bisogno di sapere esattamente cosa fare, come farlo e quali sono i risultati attesi. I feedback devono essere immediati e specifici, con istruzioni concrete e obiettivi misurabili che non lascino spazio all’interpretazione.

Il middle management invece necessita di una comprensione più profonda del contesto strategico. Devono capire il “perché” dietro le decisioni per poter esercitare la propria leadership efficacemente. Hanno bisogno di linee guida che permettano flessibilità decisionale e strumenti per motivare e guidare i propri team.

Gli stakeholder esterni cercano rassicurazioni sulla stabilità e una visione chiara del futuro. Necessitano di aggiornamenti regolari sui progressi e apprezzano la trasparenza sui rischi e le sfide. Il loro focus è comprendere l’impatto sul lungo termine delle decisioni prese.

I clienti e gli utenti finali cercano principalmente empatia e comprensione, insieme a soluzioni concrete ai loro problemi. La comunicazione con loro deve essere diretta e personale, dimostrando che sono stati ascoltati e compresi.

La chiave per una comunicazione efficace sta nel mantenere coerente il messaggio di fondo mentre si adatta il livello di dettaglio, il canale di comunicazione e lo stile all’audience specifica. Non si tratta di manipolazione o di dire cose diverse a persone diverse, ma di presentare lo stesso messaggio nel modo più efficace per ogni gruppo.

Verità #5 – La solitudine del comando è reale

L’ultima verità è forse la più personale. Nonostante team, consulenti e mentor, alla fine sei solo tu con le tue decisioni.

Ricordo ancora oggi la notte in cui, una decina d’anni fa, dovevo decidere se procedere o meno con un importante taglio di budget che avrebbe impattato decine di persone. Tutti i dati erano sul tavolo, tutti i pareri raccolti, ma alla fine la decisione – e la responsabilità – era solo mia. Quella solitudine è forse la cosa a cui meno si è preparati, eppure è una delle verità più dogmatiche nel mondo del lavoro.

Insomma, la leadership moderna richiede un nuovo tipo di coraggio: non quello di apparire infallibili, ma quello di mostrarsi vulnerabili. Non quello di avere tutte le risposte, ma quello di fare le domande giuste. Non quello di essere sempre sicuri, ma quello di andare avanti nonostante l’incertezza.

E infondo lo diceva già un certo Kant, qualche secolo fa; l’intelligenza di un individuo si misura dalla quantità di incertezze che è in grado di sopportare … alla faccia di quella artificiale.

Sempre avanti, condannati all’ottimismo!

Giuseppe