Buone Intenzioni (#16)


Come migliorare la qualità della propria vita? Tre semplici test!

Il rientro dalle vacanze estive, per chi ha avuto la fortuna di concedersi una pausa (ed io sono tra questi), rappresenta un ottima occasione per qualche riflessione prima della ripartenza. Magari per introdurre nuove abitudini, cercare di eliminare qualche vizio e, in generale, ripensare alle proprie priorità sul lavoro e nella vita.
Quest’anno, per me, non fa eccezione, anzi.

La vita è breve e non c’è sequel

Non ho un buon rapporto con la morte; per quasi quarant’anni io e lei ci siamo ignorati. Certo i nonni che vengono a mancare, qualche conoscente lontano. Mi è passata accanto, ma non mi ha mai toccato veramente. 

Poi, in un periodo davvero particolare, uno dopo l’altro sono venuti a mancare alcuni colleghi, un paio di amici e un giorno di fine Ottobre del 2015 il mio più caro amico se n’è andato, così. All’improvviso. 

Erano passati dieci anni dal più famoso discorso di Steve Jobs, quello ai laureandi di Stanford. Riporto qui un passo centrale di quello speech.

Ricordare che morirò presto è stato lo strumento più importante che mi ha consentito di fare le scelte più grandi della mia vita. Perchè praticamente tutto – tutte le aspettative, l’orgoglio, le paure di fallire – tutte queste cose semplicemente svaniscono di fronte alla morte, lasciandoci con quello che è veramente importante.

Insomma, non serve questa newsletter per ricordarlo, ma abbiamo davvero un tempo limitato in questa vita e non va sprecato.

Un giorno, e non sappiamo quale, vedremo il nostro ultimo tramonto, berremo l’ultima birra con un amico, faremo l’amore per l’ultima volta. E non ha senso fare queste cose senza metterci intenzione, dedizione, passione. Così come nel lavoro; passiamo la maggior parte del nostro tempo lavorando e non ha davvero senso accettare che questo tempo non sia di qualità

Ma … come si misura la qualità della vita di un uomo?

Qualità della vita=?

Un paio di anni fa, sempre d’estate, ho letto alcuni libri del Professor Clayton M. Christensen e tra questi uno in particolare mi ha colpito; “Fare i conti con la vita”. Un libro davvero facile e veloce, ma ricco di spunti e nel quale ho trovato, per meglio dire ho scelto, quello che è per me la misura della mia qualità di vita. Il professore, parafrasando, dice che

“la qualità della vita di un uomo si misura sulla qualità delle relazioni
che è stato in grado di costruire nella sua vita.”

BOOM! Ecco la risposta. Nella vita come nel lavoro a definire la qualità del tempo che stiamo vivendo, ed in definitiva anche la nostra felicità, non è niente altro che la qualità delle relazioni che siamo in grado di costruire. E la parola costruire forse è la più importante di tutta la frase; perchè per avere relazioni di valore bisogna spendere e spendersi. Mi rendo conto, oggi più che mai, che la vita è troppo breve per passarla con le persone sbagliate.
Ma come riconoscere le persone da evitare e quelle da attrarre nella nostra vita?

I tre test di Sawhney

Ho avuto la fortuna di conoscere e intervistare Mohanbir Sawhney al World Business Forum Milan 2015 (anno che si ripete in questa storia, materia per Giacobbo). Proprio lui ha elaborato un framework (è questo che fanno i consulenti no?) per identificare le persone da attrarre e quelle da evitare nella vita e nel lavoro. Ecco i suoi tre test.

  1. Il primo test riguarda il rapporto tra il dire e il fare. Quando interagisci con un amico, un collaboratore o un imprenditore, chiediti: mantengono le promesse o tendono a deludere? Ricevi piacevoli sorprese da loro, che vanno oltre le aspettative, o è l’opposto?

  2. Il secondo test riguarda il rapporto tra dare e ricevere. Al di la di quella che è la natura di ognuno di noi, prova a valutare la tua relazione con un amico, un collega o anche un cliente. Come si comportano nelle interazioni? Sono sempre pronti ad aiutarti o tendono a chiedere sempre qualcosa in cambio? La generosità non riguarda solo gli scambi materiali, ma è una mentalità, un modo di vivere le relazioni.

  3. Il terzo e ultimo test riguarda il rapporto tra negatività e positività. La positività si manifesta attraverso l’empatia, i sorrisi, i complimenti, gli abbracci. Al contrario, la negatività si manifesta attraverso pettegolezzi, critiche, rabbia. Chiediti: questa persona contribuisce al mio benessere o mi prosciuga le energie?

La cosa interessante è che questo framework può essere applicato anche a noi stessi. Quindi, mentre torniamo nei nostri uffici, alla vita di tutti giorni e al solito via vai, proviamo a domandarci…

  • Come possiamo essere più concreti nelle nostre relazioni?

  • Come possiamo fare di più per gli altri e sorprenderli positivamente?

  • Come possiamo irradiare più positività nella nostra vita?

    Sempre avanti, condannati all’ottimismo!
    Giuseppe