Il potere dei 'no' (#27)


Yes Man” è un film del 2008 con Jim Carrey e Zooey Deschanel; super divertente. L’idea di base è che se dici ‘si’ alle occasioni che ti capitano nella vita poi succedono cose belle, incontri imprevisti e opportunità. Insomma un pò il concetto di ‘serendipity’ sotto steroidi, per dire.

Il film mi è tornato in mente dopo una chiacchierata con un amico che non vedevo da un pò, ma credo legga questa newsletter perché mi ha salutato con “ecco mister ottimismo, l’uomo dei ‘si’!” Ovviamente la cosa mi ha offeso moltissimo!

Ne positivo, ne negativo

Essere ottimisti non significa infatti essere ‘positivi’ in modo assoluto e irragionevole; un sincero ottimismo è radicato nella realtà e ti permette di riconoscere ed esprimere emozioni sia negative che positive. In un contesto lavorativo cosa significa essere ottimisti allora? Significa:

  1. manifestare apprezzamento per il lavoro svolto dai collaboratori per innalzare il morale, rafforzare il senso di appartenenza e incentivare un impegno costante;

  2. definire obiettivi ben delineati in grado di rappresentare una guida chiara per il percorso professionale di tutti;

  3. incoraggiare l’innovazione e il feedback grazie ad un ambiente in cui le nuove proposte e le osservazioni costruttive sono ben accette contribuendo a sviluppare un clima di fiducia reciproca e di collaborazione.

Ecco perché un sano ottimismo non può che basarsi sul potere dei ‘no’!

Tanti ‘no’, per un singolo ‘si’

La verità è che dire di ‘si’ è più facile e per certi versi consolatorio; ci fa sentire accettati e ci protegge dalla paura di restare da soli, non compresi o peggio. Ma dire tanti ‘si’ ti rende schiavo; schiavo del giudizio degli altri, costantemente all’inseguimento di un riconoscimento che necessariamente non può esserci sempre e ogni volta. Schiavo di un like, di un follow sui social.

Il vero super potere è dire di ‘no’!

E’ dire di ‘no’ a chi ci è vicino solo per “rubarci” tempo o che cerca la nostra attenzione o la nostra energia senza reciprocità, senza dare nulla in cambio. Dire ‘no’ ai progetti che ci tolgono spazio e focus e a quelle attività che non hanno davvero senso anche se tutti intorno ci dicono che sarebbe “la cosa giusta da fare”.

So bene che dire di ‘no’ non ti rende simpatico, anzi. Non è mai bello sentirsi dire di ‘no’, vero? Però è l’unica scelta possibile se teniamo davvero a qualcosa.

Attenzione, questo non vuole essere un elogio dell’egoismo, al contrario; dire di ‘no’ vuol dire proteggere le proprie risorse, dare un valore al proprio tempo e alle proprie energie e soprattutto indirizzarle verso quel singolo ‘si’ che per noi è davvero, davvero importante.

La ricerca del ‘si’

Personalmente ci ho messo davvero tanto per capirlo: per avere successo, nel lavoro, ma forse anche nella vita, ovviamente ci vuole un impegno e una dedizione straordinari. Qualcuno la chiama ossessione. Ma non basta questo. Alla base di ogni successo c’è un piccolo ‘si’. Profondo. Che è quello che indirizza la strada e ci da il nostro focus.

Riconoscere il proprio valore è il primo passo per imparare a proteggerlo, e dire ‘no’ diventa allora non solo un diritto, ma una necessità vitale. È un atto di affermazione personale che dice: “Io valgo, i miei obiettivi valgono, e ho il diritto di perseguirli“.

Dietro ogni ‘no’ si nasconde un sì più profondo verso ciò che veramente desideriamo e se perdiamo di vista il nostro “sì profondo”, perdiamo anche la capacità di esprimere a pieno noi stessi. Come possiamo proteggere ciò che desideriamo se non sappiamo nemmeno cosa vogliamo veramente?

Siamo circondati da opportunità; una nuova tecnologia, una nuova offerta di lavoro, la possibilità di fare nuove conoscenze. Ma il nostro tempo, le nostre risorse, la nostra energia è limitata.

Ecco perché è fondamentale identificare con chiarezza ciò che si desidera, per poter poi difendere con determinazione il territorio dei propri sogni e aspirazioni. Quando si riconosce il proprio valore e si definiscono con precisione gli obiettivi, dire tanti ‘no’ diventa un modo per dire sì a se stessi. E in questo sì risiede la chiave per sbloccare il nostro pieno potenziale e per navigare con successo nel mare spesso tempestoso della vita e delle relazioni umane.

Sempre avanti, condannati all’ottimismo!

Giuseppe