Super notizia! Abbiamo un nuovo membro del nostro team ed è davvero notevole. E’ capace di coprire diversi ambiti di competenza senza problemi e passare rapidamente da uno all’altro. Non si stanca facilmente, anzi non si stanca mai e neanche si annoia. Qualunque attività gli dai da fare è sempre pronta, paziente e servizievole. Impara nuove cose con grande velocità ed è super analitica, ma anche creativa se presa dal verso giusto.
Certo, come tutti i colleghi, anche lei qualche difettuccio ce l’ha. A volte fa errori incomprensibili ed in alcuni casi piuttosto che farsi cogliere impreparato si inventa di sana pianta la risposta. E’ fin troppo sicura di se e ha un pò troppa voglia di compiacere. Ha un bel pò di pregiudizi e questo non è bello. In più è un pò inconsistente; potrebbe fare un lavoro incredibile oggi su una certa attività, e terribile domani sullo stesso task.
Credo proprio che questo nuovo ingresso cambierà un pò tutto nel nostro modo di lavorare…
Non solo “produttività”
Nelle ultime settimane diverse ricerche hanno analizzato l’impatto dell’intelligenza artificiale generativa nelle aziende e nel lavoro. Secondo Goldman Sachs ad esempio l’AI aumenterà la produttività dell’1,5% all’anno per i prossimi 10 anni. Questo potrebbe tradursi in un aumento degli stipendi del 30% nei prossimi 10 anni grazie alla maggiore produttività permessa dall’AI. Ci sarà quindi certamente una distruzione di posti di lavoro come tutti prevedono nel breve periodo, ma come con ogni nuova tecnologia, i posti di lavoro torneranno e aumenteranno nel lungo periodo. Sembra una buona notizia!
Un altro studio pubblicato da MIT e BCG mostra come gli effetti dell’AI nel nostro lavoro dipendano in realtà dal tipo di attività che dobbiamo svolgere; le performance di chi utilizza sistemi come Gpt-4 è migliore del 40% rispetto ai gruppi di controllo quando l’attività rientra nel campo della product innovation e della creatività. Allo stesso tempo, i consulenti sembrano avere una fiducia eccessiva nell’AI in ambiti dove la tecnologia non è ancora competente, ad esempio nella risoluzione di problemi aziendali complessi. Questo si traduce in performance fino al 23% più scarse rispetto al gruppo di controllo.
Qui forse vale anche la pena ricordare che oggi stiamo usando la peggior intelligenza artificiale che mai potremo incontrare nella nostra vita; è come se ci trovassimo di nuovo di fronte all’iPhone di prima generazione. Quello per intendersi che faceva tante cose strabilianti, ma non dovevi usarlo per telefonare perchè… cadeva la linea.
Anche con questi limiti è però evidente il valore che porta l’adozione di strumenti simili in termini di razionalizzazione delle attività, di condivisione della conoscenza e di rapidità ed efficienza.
Insomma, anche se è ancora una versione beta, questo collaboratore è qui per restare!
Da dove iniziare?
E’ evidente che le persone che lavorano quotidianamente con tecnologie come GPT, Claude o simili tendono, dopo un breve periodo, a vederle come dei collaboratori piuttosto che come minacce. Credo che la principale conseguenza di questo sia la necessità di rivedere e aggiornare, nel prossimo biennio, ogni aspetto legato alla conoscenza, al lavoro e alla valutazione delle prestazioni. Sarà fondamentale ripensare la divisione del lavoro all’interno dei nostri team, suddividendo le attività tra quelle svolte dall’AI, quelle svolte dagli esseri umani e quelle che richiedono una collaborazione tra entrambi.
Questa evoluzione solleva ovviamente anche questioni relative al merito e alla proprietà delle idee: chi dovrebbe essere elogiato per un lavoro ben fatto? Chi sarà promosso? È probabile che un uso intensivo dell’AI nel nostro lavoro ci porti a ricevere maggiori riconoscimenti proprio per le ragioni che abbiamo visto prima di aumento della produttività.
Ma cosa fare oggi? Iniziamo dalle basi e andiamo ad integrare l’AI nei nostri team quanto prima. Selezioniamo un compito, un processo o una sfida che sia ripetitiva e frequente all’interno dei nostri team e introduciamo l’AI come un nuovo collaboratore. Iniziamo quindi a esplorare le sfide e le opportunità che emergono dalla collaborazione tra uomo e macchina. Il percorso potrebbe non essere lineare, ma ogni giorno di attesa ci fa perdere terreno.
Una facile previsione
Mia personalissima sintesi? Oggi, con tutte le news e le ricerche che escono giorno dopo giorno, siamo forse nella fase di picco dell’hype cycle per quello che riguarda l’AI Generativa. E’ evidente che la promessa supera le prestazioni effettive. Però penso di poter fare una facile previsione: i primi veri impatti positivi di questa tecnologia nella società e nel lavoro inizieremo a vederli nella seconda metà del prossimo anno, quando un pò di polvere si sarà posata e avremo avuto modo di sviluppare processi e metodologie più consolidate. Mentre gli impatti negativi li vedremo prima, nella prima metà dell’anno prossimo, quando inizieremo ad avere casi gravi di fake news e alcuni lavori saranno cancellati o sostituiti dall’utilizzo di questi nuovi strumenti. Se avremo il coraggio di accogliere questa sfida e di integrare questo nuovo collaboratore nei nostri processi, allora sarà l’inizio di un viaggio spettacolare verso un possibile futuro del lavoro che ci renderà più creativi e più felici mettendo al centro proprio il nostro carattere unico e distintivo. La nostra umanità.
Sempre avanti, condannati all’ottimismo!
Giuseppe