Le lezioni di Nonno Carlo (#38)


Dall’esperienza di un nonno (acquisito) 3 lezioni su come vivere al meglio la propria vita, anche sul lavoro.

Non ho avuto la fortuna di conoscere i miei nonni Giuseppe (paterno) e Amedeo (materno); quando sono nato erano già venuti a mancare ed anche per questo motivo, nel rispetto delle tradizioni, il mio nome completo è in realtà Giuseppe Amedeo Giovanni Mayer.

Sia chiaro, non posso lamentarmi del livello di “vizi” che mi hanno fatto sperimentare le mie due nonne, Maria e Gatta (tema per altra newsletter direi), però non aver conosciuto i due personaggi e le loro storie un pò mi è mancato.

I racconti delle avventure di Giuseppe, come quella volta che si era “imbucato” a Napoli per conoscere il Presidente della Jugoslavia Tito, o gli aneddoti su Amedeo, Vigile Urbano nella Frosinone del dopoguerra, mi hanno sempre affascinato e fatto fantasticare.

E poi arriva Carlo

Ci ho messo più di quarant’anni per “sperimentare” cosa volesse dire avere un nonno, per quanto acquisito. Poco dopo aver conosciuto quella che oggi è mia moglie ho avuto la fortuna di conoscere suo nonno materno, Carlo. Un mito assoluto.

Aveva già più di 90 anni, ma era ancora super lucido e presente; per intendersi nel nostro primo incontro mi ha sottoposto ad un’interrogatorio stile CIA nel quale, tranne l’importo esatto del mio stipendio, mi ha chiesto di tutto. Solo una volta terminato l’interrogatorio, rivolgendosi a quella che poi sarebbe diventata mia moglie, ha esclamato “va bene, puoi sposarlo, ma sia chiaro che te l’ho scelto io!”. Ed era solo l’inizio.

Lezione1 –
i limiti sono solo nella tua testa

Carlo è stato per tutta la sua vita un medico molto conosciuto ed apprezzato; la storia di come si era laureato è già un avventura con i suoi viaggi in bicicletta per decine di km per studiare all’Università, etc.

Una delle cose che però mi è rimasta più impressa era la sua disciplina; un esempio? Ogni estate, ogni giorno, nuotava in piscina per tenersi in forma, ma invece di nuotare solo dentro la sua corsia … circumnavigava la piscina per continuare a nuotare senza mai fermarsi. Non so se lo facesse per sentirsi più “libero” o altro, ma mi piace immaginarlo li che gira e gira in tondo senza mai fermarsi, come se quella piscina non avesse mai fine. Bello!

Non c’è niente che non puoi raggiungere; con disciplina e determinazione puoi arrivare dovunque (anche senza muoverti da dove sei).

Lezione2 –
dimentica in fretta le cose brutte

Una vita lunga come quella di Carlo porta inevitabilmente ad avere tanti ricordi; molti belli, per fortuna, ma altri anche molto brutti. Quando Carlo mi raccontava le sue delusioni più grandi ricordo che l’amarezza nelle sue parole durava il tempo del racconto, poi passava subito a qualcosa di diverso. Qualcosa di più “interessante”, come diceva lui.

Magari ci era arrivato con gli anni e con la consapevolezza di non avere più molto tempo davanti, ma questa sua capacità di passare ad altro anche quando gli eventi o le persone, era evidente, lo avevano ferito, in me ha lasciato il segno.

La vita è breve, concentrati sulle cose interessanti e dimentica in fretta la persone che ti deludono e le esperienze brutte.

Lezione3 –
non smettere mai di essere curioso

Io e Carlo avevamo una grande passione in comune; la fisica quantistica. Non c’entrava molto con il suo lavoro e ancora meno con il mio, ma discutere con lui del principio di indeterminazione di Heisenberg era davvero surreale e per questo bellissimo.

La sua profonda passione per questi argomenti era scaturita anche da una necessità; nel corso degli anni, aveva perso molti dei suoi amici più cari e, come lui stesso amava dire, alla fine non rimaneva più nessuno di sufficientemente intelligente nei paraggi con cui intrattenersi in conversazioni stimolanti.

Il suo interesse e la sua curiosità lo mantenevano attivo e gli facevano pensare che, dopo la vita, ci potesse essere altro. Qualcosa che non potevamo comprendere.

In una delle ultime chiacchierate con Carlo ci siamo ritrovati a parlare di entanglement quantistico: tagliando con l’accetta potrei dire che si tratta di un fenomeno che sfida l’intuizione umana, dove due particelle sono connesse in modo tale che il comportamento di una influenza immediatamente l’altra, indipendentemente dalla distanza che le separa.

La cosa, se possibile, ancora più sorprendente è stato scoprire, proprio nei giorni in cui è venuto a mancare, che stavamo aspettando #figlia2… Visto Carlo? L’entanglement quantistico!

Sempre avanti, condannati all’ottimismo!

Giuseppe