La sfida dell’estate, Elon contro Mark, è finita in una bolla di sapone. Ma forse questo spettacolo qualcosa ce l’ha raccontato sul peso e sul valore di questi idoli moderni.
Quest’estate, mentre molti di noi cercavano ombra e refrigerio, due top-player dell’era moderna, Elon Musk e Mark Zuckerberg, hanno acceso i riflettori su una sfida senza precedenti (e senza senso). I due hanno deciso infatti di rinfrescare la loro reputazione lanciando un inaspettato “match in gabbia“. Se vi siete persi questa notizia, probabilmente eravate su un atollo in Polinesia – e in tal caso, complimenti per la scelta!
Ma ora, torniamo al nostro intrigante duello.
La sfida
Tutto è iniziato quando Elon Musk ha lanciato una sfida a Mark Zuckerberg; un combattimento serio con regole precise e controllate. La proposta ha rapidamente attirato l’attenzione dei media e del pubblico. Mentre la comunità tecnologica era abituata alle loro divergenze d’opinione, specialmente riguardo l’intelligenza artificiale, nessuno si aspettava un possibile confronto di questo tipo.
Contrariamente alle aspettative, Zuckerberg non ha rifiutato immediatamente la proposta. Anzi, sembrava che stesse prendendo sul serio la sfida, cercando di organizzare l’incontro in modo legittimo. Questo ha ulteriormente alimentato le speculazioni e l’entusiasmo del pubblico.
In mezzo a tutto questo clamore, Musk e Zuckerberg hanno annunciato che avrebbero donato il ricavato della sfida a ospedali pediatrici italiani, ma dopo tutto il rumore e le aspettative, la sfida è stata infine annullata. Non sono state fornite ragioni ufficiali, ma si può ipotizzare che la crescente pressione pubblica, le preoccupazioni sulla sicurezza e le possibili ripercussioni negative per le loro immagini abbiano giocato un ruolo nella decisione. Tutto qui? Nah!
Ed ecco i tarallucci …
Nel mondo se si parla di sceneggiate, si parla di Italia ed ecco che invece di cogliere l’occasione per smarcarsi e dedicarsi a cose più serie, è intervenuto anche il nostro Governo. Il Ministro della Cultura italiano, Gennaro Sangiuliano, nel pieno dell’hype ha infatti avuto una “lunga e amichevole conversazione” con Musk parlando di location per lo scontro come il Colosseo o l’Arena di Verona.
Insomma, invece di affrontare la questione con un approccio pragmatico, Sangiuliano sembrava più interessato a diventare parte dello spettacolo, alimentando ulteriori speculazioni e polemiche. Senza contare che luoghi come il Colosseo non sono solo monumenti di inestimabile valore, ma rappresentano la storia e l’identità dell’Italia.
Utilizzarli come sfondo per uno spettacolo di questo tipo sarebbe stato davvero degradante, altro che #OpenToMeraviglia. Ma d’altronde, meglio cullarsi nell’idea di un grande spettacolo piuttosto che chiedere a questi signori di pagare le loro tasse in Italia … altro tema per altra newsletter.
… ed il Vino!
Di tutta questa storia però, l’annuncio delle donazioni è quello che mi ha lasciato più l’amaro in bocca. Lo ammetto.
Quando la sfida è stata annullata, in molti si sono chiesti se la promessa di beneficenza sarebbe stata mantenuta. Dopo tutto, anche se l’evento non si era svolto, una donazione avrebbe potuto essere un gesto significativo e dimostrare un reale impegno verso una causa nobile. Tuttavia, non ci sono state ulteriori notizie o annunci riguardo a eventuali donazioni da parte di Musk o Zuckerberg. Che peccato, no?
Insomma, tutto è finito a Tarallucci e Vino e chissà se il Ministro, nella sua lunga e amichevole conversazione, ha condiviso con Elon il significato di questa meravigliosa metafora nostrana.
Forse però è arrivato il momento di riconsiderare il peso che diamo a certi personaggi.
Elon Musk e gli altri magnati della tecnologia sono sempre più spesso paragonati a divinità moderne; con le loro innovazioni rivoluzionarie e i loro imperi miliardari, sono visti come geni auto-realizzati che hanno trasformato il mondo con la loro visione e determinazione. Infallibili.
Ma come questa vicenda dimostra, mentre la loro influenza cresce, sarebbe essenziale esaminare criticamente il reale contributo che portano ai propri stakeholder, al mercato, e alla società nel suo insieme.
Sempre avanti, condannati all’ottimismo!
Giuseppe