Prima di iniziare, una breve nota super-personale.
Con questa uscita festeggio un traguardo speciale; è passato esattamente un anno dal primo numero di DottorMayer (parlavamo di #opentomeraviglia… ah quanti ricordi caro Ministro Santanchè). In mezzo ci sono 52 settimane di riflessioni, storie, aneddoti condivisi con più di 500.000 lettori tra LinkedIn, Substack e varie altre piattaforme. Ah… magari non sai che il nome di questa newsletter, DottorMayer, non ha nulla di auto-celebrativo, ma è piuttosto una risposta (un filo piccata) a qualcuno che con questo “nomignolo” mi apostrofava in ogni riunione fatta insieme, ma è materia per un altro numero…
Un doveroso grazie va chiaramente a te che leggi; è stato fin qui un viaggio di crescita e di scoperta, e sono grato di aver avuto compagni di strada stimolanti e partecipi. Quindi, grazie!
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E parlando di newsletter, scrivere è un attività decisamente sottovalutata; aiuta a esprimere concetti, certo, ma credo il suo vero super-potere sia un altro. Per scrivere qualcosa che abbia un senso dobbiamo esser stati capaci, prima, di assorbire dei concetti, comprenderli intimamente e razionalizzarli. Scrivere ti costringe ad una forma di pensiero capace di arricchirti in modi sempre nuovi e mai scontati (e qui ci starebbe bene tutta la spataffiata sul journaling che tanto va di moda, ma niente, il tema è un altro!). Insomma, fare della scrittura una routine è un’attività capace di generare un notevole beneficio, se solo uno ci si applicasse…
“E’ intelligente, ma non si applica”
Tra il primo anno di asilo e il quinto anno di liceo, credo che i miei poveri genitori abbiano sentito questa frase almeno un milione di volte; magari era solo la formula magica dei professori per togliersi dalle scatole i genitori apprensivi di studenti svogliati, non lo so, ma a me questa etichetta è rimasta appiccicata anche fuori dalla scuola. Se c’è qualcosa che so di non avere innata è la “disciplina”; quella roba per cui sai che devi fare una cosa e la fai, nei tempi, nei modi, senza procrastinare etc.
Ecco, le prime settimane di questa newsletter sono state .. una pena infinita; da bravo ho subito fissato nell’agenda un momento per mettere insieme le note e gli appunti ed un altro per completare la scrittura… appuntamenti che sistematicamente “cannavo”. C’era sempre altro da fare, più urgente, imprevisto, etc etc. Una volta ricordo di aver completato il tutto 10 minuti prima dell’invio (fissato da sempre alle 10:01 di ogni domenica)… peggio di una gara creativa!
Poi le cose, lentamente, sono migliorate; ho iniziato a trovare spazi nella giornata che non pensavo di avere, ma soprattutto mi sono reso conto in modo concreto dei benefici che ricevevo dalla scrittura. Non parlo dell’autostima da like e commenti (anche se, certo che li conto), ma della consapevolezza che le nostre abitudini quotidiane, più di qualsiasi altro fattore, plasmano il nostro carattere e, beh si, anche il nostro destino.
Il circolo virtuoso/vizioso
C’è una frase che ho letto qualche tempo fa e che mi ha colpito profondamente: “Il carattere e il comportamento esistono in un ciclo di auto-rinforzo. Proprio come le nostre azioni riflettono il nostro carattere, il nostro carattere è in definitiva il prodotto delle nostre azioni“.
Può suonare un filo meccanicistico, ma in altre parole, siamo ciò che facciamo ripetutamente; le nostre azioni quotidiane, anche quelle apparentemente insignificanti si accumulano nel tempo per formare il nostro carattere. E a sua volta, il nostro carattere guida le nostre azioni future.
Tutto bene quindi? Non proprio perché questo ciclo, che forma le cosiddette abitudini, può essere un circolo virtuoso o una spirale distruttiva. La scelta è nostra. Ogni giorno, con ogni decisione, stiamo allenando le nostre abitudini, stiamo scolpendo il nostro carattere.
Le abitudini non riguardano solo il successo economico o professionale. Sono il fondamento di una vita autentica, vissuta con scopo e coerenza. Sono la bussola morale che ci guida nelle scelte difficili, quando le tentazioni abbondano e la volontà vacilla.
Pensa a quante volte al giorno siamo bombardati da messaggi che ci spingono a spendere, a consumare, a cercare scorciatoie. Il capitalismo, con tutta la sua ingegnosità, è votato a un unico scopo: convincerci a mettere mano al portafoglio. E il trucco è che c’è sempre un nuovo obiettivo, un nuovo aumento di stipendio da mettere nel mirino, una macchina più grande, una casa più ricca etc etc
Di fronte a queste pressioni costanti, sono le nostre abitudini a fare da scudo. Se ci siamo allenati a risparmiare invece che a spendere, a investire invece che a sperperare, a pensare a lungo termine invece che a cedere all’istante, allora saremo in grado di navigare queste tentazioni con sicurezza.
LiberaMente
Ma c’è un altro aspetto sul potere delle abitudini che mi colpisce; non sono infatti solo uno strumento di difesa, ma, in qualche modo, rappresentano anche una fonte di libertà. Gran parte di ciò che facciamo ogni giorno è automatico, guidato dalle abitudini. E per fortuna mi viene da dire! Se ogni mattina dovessimo valutare di nuovo tutte le opzioni che abbiamo davanti a noi .. beh probabilmente non usciremo mai di casa.
Quando alleniamo proattivamente le nostre abitudini, in modo che la nostra risposta istintiva agli stimoli più semplici o ripetuti sia allineata con i nostri valori e obiettivi, liberiamo energia mentale ed emotiva per le decisioni più importanti e difficili. Già perché pare che, in quanto esseri umani, la nostra capacità di prendere decisioni durante una giornata sia limitata!
Invece di sprecare energie resistendo alle tentazioni o rimpiangendo le scelte sbagliate, se siamo stati capaci di allenare nel modo corretto le nostre abitudini possiamo concentrarci su ciò che conta davvero. Possiamo essere pienamente presenti nei momenti che contano, pienamente noi stessi nelle sfide che affrontiamo.
Allenare le abitudini
L’abitudine di scrivere questa newsletter mi arricchisce ogni settimana, in modi diversi, spesso imprevisti. Mi fa domandare quali sono le abitudini sane nella mia routine quotidiana? Quali mi avvicinano a diventare la persona che vorrei essere? Quali mi allontanano? Forse la cosa più importante da ricordare è che non si tratta di perfezione, ma di direzione. Ogni piccola scelta conta, ogni ripetizione rinforza.
Non è un caso che tutte le grandi tradizioni di saggezza, dallo stoicismo alla psicologia moderna, mettano l’accento proprio sull’importanza di coltivare buone abitudini (ma a me piace di più dire “allenare”). Sono loro il tessuto stesso del nostro carattere, la trama della nostra vita.
Alla fine, ciò che conta non è solo ciò che otteniamo, ma ciò che diventiamo nel processo. E diventare la miglior versione di noi stessi, giorno dopo giorno, abitudine dopo abitudine, è il più grande successo a cui possiamo aspirare.
Sempre avanti, condannati all’ottimismo!
Giuseppe